I crauti di Collina sono molto più di un semplice cavolo fermentato: sono un pezzo di identità carnica, riconosciuto come Presidio Slow Food. Nati dalla varietà autoctona di cavolo cappuccio di Collina, coltivato tra 1 100 e 1 330 metri sulle terrazze di Forni Avoltri, questi crauti nascono da un rituale antico: il cavolo si affetta sottilmente, si sala e fermenta in tino sotto peso per almeno 45 giorni, assumendo un gusto acidulo e croccante unico. Il risultato è un contorno vivo e sapido, dal profumo fresco ma deciso, ideale per esaltare carni grasse, bolliti, salumi, oppure da gustare con patate e formaggi locali. Questi crauti racchiudono il sapore del freddo montano, della biodiversità e del lavoro paziente, custodito da generazioni di coltivatori.
Da gustare:
Scaldati in padella con un filo d’olio e un pizzico di cumino, accanto a musét, cotechino o altre carni grasse affumicate.
Freddi o appena intiepiditi, come contorno acidulo per bilanciare la dolcezza dei salumi.
Ottimi anche con patate bollite e un filo d’aceto, per una merenda montanara semplice e d’altri tempi.
I Crauti di Collina non sono un contorno. Sono un sapere agricolo vivo, fatto di altitudine, lentezza e memoria.